video, 2021
Artist
Elisa La Boria, Luka Bagnoli
Se in un video nulla si muove, è possibile distinguerlo da una fotografia? FRAGILE è un video dove, all’apparenza, nulla si muove, scardinando le premesse del medium “immagine in movimento”; è immobile la scatola di cartone, sono immobili i fiori recisi. Solo all’apparenza. Infatti, tanto la materia organica quanto quella inorganica sono percorse da un flebile respiro, un processo costante, benché lentissimo, di trasformazione. Non solo i fiori recisi appassiscono e le piccole creature che li abitano escono allo scoperto, ragni e parassiti che nello scorrere dei minuti rivelano talvolta la loro presenza; anche la scatola di cartone si muove piegata dal peso della gravità, bagnata e corrotta dalla linfa che cola al suo interno. Nulla è permanente.
Per distinguere un video immobile da un’immagine singola, bisogna esercitarsi al rispetto. Da specto, in latino significa giudicare, stimare, considerare; ma anche osservare, mirare e contemplare. Il ri-spetto è una pratica di contemplazione ricorsiva del mondo, una tecnica di comprensione e armonizzazione che sempre va rinnovandosi. Rispettare l’estremamente piccolo e l’estremamente fragile, concedersi il tempo per apprezzare l’irrilevante, significa entrare nella perenne mutabilità della materia. Se la morte è il regno dell’immobilità, allora la realtà è più viva che mai.
Il video rappresenta una natura morta, che morta non è. A prima vista, lo scorrere del tempo appare come l’unico elemento mobile, ma è un inganno: man mano che le inquadrature si susseguono, rallenta il suo ritmo facendosi sempre più ansioso e pesante, sembra non passare mai. L’orologio è un elemento di distrazione che lo spettatore deve cercare di ignorare, focalizzandosi solo sull’immagine e lasciandosi guidare dal respiro registrato degli artisti, oltre che dal suono della campana. Così facendo potrà accedere ad uno stato di quiete, nel rispetto del proprio tempo, fuori dalla fretta dell’iper-produzione e quindi dell’iper-consumo (anche di immagini).
If in a video nothing moves, is it possible to distinguish it from a picture?
FRAGILE is a sequence of six fixed shots where, apparently, nothing moves. The cardboard box is immobile and so it is for the severed flowers. Buti it is just appearance. Indeed, a feeble breath, a slow and constant transformation process, crosses both organic matter and inorganic matter. Flowers wither and the small creatures that live in their petals come out; the lymph pours inside the cardboard box and it bends under the weight of gravity. Nothing is permanent. In order to distinguish an immobile video from a photography we need to train our concentration.
FRAGILE is a concentration exercise, a meditation about time and mobility. If death is the realm of immobility, then reality is the realm of life, where everything moves. This video represents a still life. While shots change, the clock slows down, it becomes anxious and heavy. The clock is an element of distraction that we should ignore. We should focus on the image and the audio: the bell and the artists’ breath. If we achieve a state of mindfulness, the video will stop being so long and so overhelming.
This work refuses every narrative form, it is a reflection, an exercise, a proverb or a Zen novel. What is more fragile among matter, time and our attention span?